Ciao Michela, cosa è il marchio Ajò Sportswear e come nasce?
Lavoravamo da alcuni anni per la ditta Threeface di Treviso e nel 2015 ci viene l’idea di una linea da dedicare interamente alla Sardegna, che poi abbiamo chiamato appunto Ajò Sportswear. Vedevamo che rispetto al Veneto la Sardegna ha un clima diverso e i ciclisti sardi hanno esigenze specifiche. Oggi una parte della produzione avviene direttamente in Sardegna, con materiali e colori specifici, e abbiamo aperto il negozio a Sinnai. E’ una delle capitali del ciclismo in Sardegna e comunque un paese intorno al quale gravita un grandissimo numero di ciclisti almeno per tutta la Sardegna del sud, che è la zona più popolosa.
Quindi Ajò Sportswear oggi è anche un negozio, quali sono i suoi punti di forza?
Uno deriva dall’essere un punto vendita diretto, con i capi d’abbigliamento che dalla fabbrica arrivano direttamente al ciclista, poi c’è la specializzazione, il fatto che ci occupiamo soltanto di abbigliamento e quindi c’è una grandissima scelta di modelli, tessuti, taglie e colori. Un po’ di spazio lo stiamo comunque dedicando anche all’abbigliamento per triathlon, per pattinaggio e per lo sport in genere.
Un altro punto di forza può essere il fatto che le società che vogliono realizzare un completino possono vedere e toccare dei modelli già realizzati per avere dei riferimenti e possono sedersi al pc con noi finché non viene fuori quello che desiderano. Tutti quelli che entrano per la prima volta si stupiscono, non si aspettano che in Sardegna esista un negozio del genere.
Quali sono i vostri prossimi obiettivi?
Aumentare la quota di produzione in Sardegna, ma non sarà facile per i costi che derivano dall’insularità, specie per quanto riguarda l’assistenza sui macchinari, persino per lo stabilimento veneto, per esempio, dobbiamo ricorrere a manutentori che arrivano dall’estero. In ogni caso siamo soddisfatti per ciò che possiamo fare qui già da adesso, come incontrare di persona i rappresentanti delle società sportive, mettersi tutti davanti al pc e iniziare a disegnare finché non viene fuori il completino che desiderano. Se la società non ha un logo, o anche se vuole rinnovarlo, quella è l’occasione giusta per crearlo, con le forme e i colori che desiderano.
Quindi ormai lavorate stabilmente in Sardegna?
No, siamo continuamente in viaggio da Sinnai a Treviso e viceversa, i trasferimenti sono la parte più faticosa del lavoro. A Treviso abbiamo ruoli esecutivi non soltanto sulla linea Ajò Sportswear ma anche sulle altre produzioni Threeface, così quando non siamo in viaggio trascorriamo la maggior parte del tempo nelle linee di produzione insieme agli operai.
Per ogni partecipante del Sardinia Divide un buono acquisto da 10 €: cosa vi ha spinto ad attivare questa sponsorizzazione?
Sponsorizziamo una trentina di eventi all’anno, a volte è un sacrificio ma lo facciamo volentieri, perché il nostro obiettivo è la crescita del ciclismo come sport popolare, del resto i ciclisti sono i nostri primi clienti e quindi la nostra prima risorsa, vale la pena coccolarli nel migliore dei modi. Questo in generale, poi in particolare il Sardinia Divide per noi è un’occasione preziosa per entrare in contatto col mondo dell’escursionismo in mountain bike, un settore in crescita che non sempre intercettiamo nelle nostre attività più frequenti, che riguardano invece il settore delle gare amatoriali. Siete ciclisti piuttosto sfuggenti dal punto di vista commerciale, la maggior parte di voi non è tesserata ad alcun ente ed è più facile trovarvi in giro per le montagne…
Allora passiamo durante la tappa, sabato 7 aprile (edizione A) e sabato 14 aprile (edizione B)…
Certo, in ogni caso per trovarci potete venire anche altri giorni, in azienda a Treviso o in negozio a Sinnai, in via San Nicolò n. 51, al telefono (393.90.46.526), su facebook, via mail (ajosportswear@gmail.com)…