- La spiaggia dista 4 km dal paese
- Ci si arriva in pista ciclabile
- Adesso è ancora più chiaro
- Sullo sfondo il Pan di Zucchero. Si parte
- Avvio in pineta per riscaldarsi
- Un labirinto
- E adesso?
- Tutto chiaro
- Era una giornata scura, ma la vista su Gonnesa racchiusa in una conca vale una sosta
- Ma siamo residenti? No. Siamo autorizzati? No. Però siamo ciclisti
- Quando è importante essere chiari
- Chi non se la sente può continuare sulla strada comunque in discesa. Stiamo soltanto tagliando un ampio tornante
- Ecco la strada di nuovo davanti a noi
- Manubrio dritto, peso dietro e si arriva interi
- Tranquilli, non dobbiamo salire lassù, è soltanto da guardare
- Per forza che ha chiuso. Una birretta di troppo e all’uscita dal bar precipiti dritto
- Qua sotto è come una città
- Pur di trovare i percorsi più belli continuiamo anche se piove
- Se non piove adesso…
- … quando cresce l’erba?
- La foto è brutta, ma questo è uno dei pezzi più belli della tappa
- Come prima
- Archeologia stradale. L’invaso è stata svuotato e nel fondo è ricomparsa la vecchia Statale 126.
- Nella verifica di mille varianti contemporaneamente si è fatto tardi e ci sta per cogliere il buio. Ecco la nostra reggia.
- Una buona tisana alla Stefano Olla non potrà che farci bene.
- L’indomani abbiamo persino voglia di leggere
- Se qui non si vede non preoccupatevi, ci passeremo
- Il giardino dei ciclisti?
- No, delle farfalle!
- Questo si legge anche da qui
- Poi non dite che non ci sono discese
- Primo tornante
- E due
- E tre
- E quattro
- E cinque
- E sei
- E sette
- Finiti? Molti non li ho neanche fotografati
- E comunque non sono finiti
- Adesso sì, ma in mezzo ci sono altre sorprese che pubblicheremo più avanti. Qui l’attrattiva non è la sorgente ma la Renault 4
- Ecco come si fanno i ponti
- Basta tagliare, trasportare e poggiare bene un tratto di binari, ancora con le traversine montate
- E arriviamo a Vallermosa in scioltezza, in un ambiente bucolico